Come agire?

Nella giornata del 18 ottobre 2012, il popolo greco si è riversato nelle strade e nelle piazze del paese (Atene, Salonicco e Kavala i punti “caldi”), in occasione dello sciopero generale indetto dai principali sindacati ellenici, tra cui ADEDY, GSEE e PAME. L’edizione del Financial Times del giorno prima aveva rivelato l’imminente raggiungimento di un accordo (al massimo entro la prossima settimana) tra il governo di Samaras e i suoi creditori internazionali, la troika UE-BCE-FMI, sulle misure di austerità che produrranno importanti tagli e aumenti fiscali, per un totale di quasi 14 miliardi di dollari.                      

Ad Atene, i primi scontri si sono verificati in mattinata, nel momento in cui la polizia ha tentato di dividere il corteo, grande e compatto, il quale si stava dirigendo verso piazza Syntagma, ormai nota a chi segue da un po’ le lotte sociali nel paese ellenico. Qui sono partite le prime provocazioni da parte degli agenti, seguite da cariche e lancio di lacrimogeni. Le tensioni si sono accentuate nel primo pomeriggio, con violenti scontri tra polizia e manifestanti, alcuni dei quali avevano tentato di forzare i cordoni a difesa del Parlamento. E’ sempre del primo pomeriggio la notizia della morte di un manifestante di 66 anni, iscritto al sindacato PAME, vicino al partito comunista greco KKE, colpito da un infarto in piazza Syntagma in seguito all’inalazione dei gas lacrimogeni, utilizzati in enorme quantità dalla polizia. Il bilancio della giornata di ieri conta anche diversi feriti.

(Ricostruzione sintetica dei fatti sulla base di quanto riportato dal sito infoaut.org)

VIDEO

Rispetto alla situazione greca, consigliamo la visione del documentario “La Rivolta” (clicca qui per vedere il film su youtube), racconto della rivolta divampata in tutta la Grecia nel dicembre del 2008 a seguito dell’assassinio, da parte della polizia, di Alexandros Grigoropulos del quartiere Exarchia di Atene. La genesi e lo svolgimento della prima grande protesta di matrice libertaria sviluppatasi in Europa nel nuovo millennio, che ha coinvolto tutto il paese e ad oggi non è ancora sopita.

Quello di due giorni fa, avvenuto in concomitanza con la riunione dei leaders europei a Bruxelles e a cui farà seguito quello del prossimo 14 novembre, è stato il secondo sciopero generale proclamato in Grecia nelle ultime tre settimane, a dimostrazione della determinazione del popolo ellenico, spinto dalla disperazione e dalla rabbia ad opporsi senza soluzione di continuità alle politiche di austerity che ne affosseranno ulteriormente le condizioni di vita. Nelle scorse settimane abbiamo seguito da vicino anche le proteste che hanno avuto luogo in Spagna, mentre due giorni fa è stato assediato il Parlamento di Lisbona. La domanda che è lecito porsi, è in che cosa la situazione italiana sia diversa da quelle greca, spagnola, portoghese. E’ la nostra meno preoccupante? No, di certo. L’Italia, così come Grecia, Spagna e Portogallo, risulta tra i paesi nei quali la stretta delle politiche di austerità si fa giorno dopo giorno più pesante. Ciò nonostante le piazze e le strade italiane sono ancora vuote, caratterizzate da un sostanziale immobilismo rispetto a tali questioni. Il 27 ottobre è prevista una grande manifestazione, il No Monti Day, lanciata da varie realtà facenti riferimento al Comitato No Debito, rispetto alla quale nutriamo dei forti dubbi, a partire dalla scelta di prendere Roma come unico centro della protesta, la quale contribuisce a circoscriverla, anziché allargarla. I materiali che di seguito pubblichiamo potrebbero servire quali spunti di riflessione.

Considerazioni critiche circa il 27 ottobre (di Moreno Esposto)

Io sto a casa. Riflessioni di Fabio Malandra

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3 risposte a Come agire?

  1. barbaccia scrive:

    100000 persone tutti i sindacati di base oltre a partiti e partitini qualche lavoratore l’han mosso

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