Saint-Imier: Incontro Internazionale dell’Anarchismo (8-12 agosto 2012)

Pubblichiamo di seguito uno degli articoli più interessanti tra quelli pubblicati dalla stampa anarchica e libertaria sull’ Incontro Internazionale dell’Anarchismo, tenutosi a Saint-Imier, in Svizzera, dall’ 8 al 12 agosto scorsi. L’articolo è tratto da Sicilia Libertaria.

di Pippo Gurrieri

Saint-Imier lontano lontano…

Nel percorrere gli ultimi chilometri di un viaggio che dall’assolata terra di Sicilia ci portava alle fresche montagne del Jura Bernois, ci veniva in mente quell’articolo degli anni ‘50 di Franco Leggio per “L’Agitazione del Sud”, resoconto di un avventuroso viaggio nella Sardegna impervia, titolato Samugheo lontano lontano. Anche Saint-Imier sembrava lontano lontano, mentre le gole in cui si incuneavano le strade si facevano sempre più strette, salvo lasciare spazio poi a paesaggi da cartolina. E riflettevamo, in macchina, su come invece dev’essere sembrato il tragitto 140 anni fa a quei compagni che da ogni parte d’Europa confluirono in quest’angolo francofono della Svizzera occidentale, per dare vita alla rivolta antiautoritaria, all’Internazionale libertaria, in opposizione al golpismo marxista che aveva tentato di impadronirsi della Prima internazionale sottomettendola alle idee e alle pratiche autoritarie della corrente che faceva capo a Carlo Marx. Con i mezzi di locomozione e le possibilità economiche di allora, si spostarono fin quaggiù e in un albergo diedero forma e sostanza a quello che diverrà il movimento socialista anarchico.

In questo paesino lindo e preciso, ferito soltanto da alcuni lavori in corso nella via principale, risiedono quindi le nostre radici; le radici degli anarchici di tutto il mondo, che si incrociano con quella schiera di operai delle industrie di orologi, che rappresentano l’altra fonte di energia che la comunità rivendica, anche in maniera visiva, come si evince da alcune tabelle affisse nel centro, in cui l’immagine di Bakunin fa compagnia a quella dei fondatori della Longines.

La cosa più sorprendente, quello che non ci aspettavamo, è lo scoprire che questo passato non solo è rivendicato, ma in realtà non è neanche passato, perché le due storie continuano ad incrociarsi in questo piccolo centro di neanche 5.000 abitanti.

Energie libertarie

Il paese è piccolo, ma è più grande di altri vicini; Sonvilier, a 2 km, fu teatro di un altro congresso internazionale antiautoritario importante per la storia dell’anarchismo. Si incontra un Museo storico che espone orologi e antichi meccanismi dell’industria orologiaia, assieme a manifesti della rivoluzione spagnola; le vie principali sembrano quelle di una città più grande; vi è una bottega di commercio equo e solidale (Commerce èquitable), una Casa del popolo (Maison du Peuple), a dimostrazione di una forte e persistente tradizione cooperativistica; un grosso supermercato Coop (che ci sembra eccessivo per un paesino così piccolo), e poi, di fronte alla Bottega e a fianco della Casa del popolo c’è… Espace Noir.

Espace Noir

Come chi è andato a Carrara per la prima volta e in piazza Matteotti alzando gli occhi ha visto la grande insegna dei Gruppi Anarchici Riuniti – FAI appostata sul Teatro Politeama, e, nel più bello e centrale palazzo della piazza principale, così accade per Espace Noir (Spazio nero), la sede anarchica, che è anche teatro, biblioteca, sala mostre, bar e altro ancora.

E’ una palazzina di tre piani più una mansarda e un piano interrato, interamente proprietà dei compagni anarchici, che hanno costituito una cooperativa per l’acquisto e per la sua gestione. Esiste dal 1986, ed è il centro delle attività anarchiche sia nella zona che in tutto il Cantone di Neuchatel, oltre che nel limitrofo di Delemont.

Espace Noir è il cuore dell’organizzazione dell’incontro; pullula di compagni di ogni dove; il bar è sempre pieno, in una stanza attorno a diversi computer sono all’opera compagni con diversi compiti; si completano le liste dei volontari per i diversi bisogni dell’Incontro: pulizie, cucina, traduzioni, apparati tecnici, ecc. Vi è un via vai continuo; davanti alla sede stazionano decine di compagni; nel cortile alle spalle ve ne sono già centinaia. Leggiamo alla rinfusa nelle tante porte che si affacciano ai vari piani: stanza degli artisti, biblioteca dei giovani, sala riunioni, e così via. Il piano interrato è occupato da una grande stanza per dibattiti e concerti e da una sala per incisioni musicali.

L’invasione dei diavoli

Come in ogni incontro anarchico che si rispetti, c’è chi dissemina di luoghi comuni l’ambiente, mettendo in guardia gli abitanti dall’ arrivo dei vandali, dei diavoli. Non così i servizi radiotelevisivi svizzeri che annunciano l’Incontro con discorsi e interviste in genere corretti.

In effetti 4.000 anarchici che “invadono” un paesino di 4.500 abitanti potrebbero rappresentare un problema ovunque. Ma non qui, e questo sia per l’organizzazione, che, nonostante il gran numero – non previsto – di presenze, ha tenuto magnificamente, e sia per il comportamento dei compagni. Episodi sgradevoli, se ve ne sono stati, sono stati così marginali da non creare assolutamente alcun problema.

Semmai il paese è stato movimentato, vivo, ed anche economicamente i suoi esercizi commerciali (specie bar e supermercati) ne hanno risentito positivamente, al punto che il sindaco ha chiesto ai compagni se per caso l’anno prossimo rifacessero l’incontro.

Internazionali

L’Europa tutta era presente, con forti delegazioni specie da Spagna, Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, e altre minori dai paesi scandinavi ai Balcani, dalla Grecia alla Turchia, dai paesi dell’Est a tutto il Nord Europa. Gli italiani, alla fine, avremo superato il numero di 200, tra i quali una decina di siciliani. C’era tutta l’America Latina, dal Messico giù fino al Cile, c’era qualcosa dal Nord Africa, ma dieci compagni maghrebini si sono visti rifiutare il visto d’ingresso dalla Svizzera, come pure un compagno cinese; c’era qualche giapponese, dei sudafricani, dei kurdi.

La cosa più evidente era l’età: l’80% dei presenti erano giovani sotto i trent’anni; una constatazione che rendeva noi cinquanta/sessantenni contenti e speranzosi che il passaggio del testimone sia a breve cosa fatta.

I luoghi

La trattativa dei compagni locali con l’amministrazione municipale ha reso disponibili parecchi degli spazi che questa cittadina possiede: la Salle du Dojo per i vari ateliers (dall’autodifesa ai canti anarchici); la Salle St. Georges, praticamente il salone della chiesa protestante, per il congresso dell’Internazionale delle Federazioni Anarchiche; uno spazio scoperto dov’è stata montato il tendone della rete Anarkismo (comunisti anarchici); la saletta di Memoires d’Ici; la grande Salle de spectacle, teatro di concerti e assemblee generali, comprese quelle di apertura e chiusura; la saletta del consiglio, al piano inferiore della precedente; la Patinoire, la grande pista di pattinaggio coperta (interamente in Eternit, ma ci hanno detto, senza asbesto) con tanto di gradinate, che ha ospitato il Salone de Libro; e il Centro di Cultura. Oltre, ovviamente a Espace Noir. Per quanto le spese siano lievitate per l’utilizzo di tutti questi spazi, la loro resa funzionale con attrezzature tecniche e tecnologiche, i servizi in essi postati, è stata pur sempre una fortuna godere di questi luoghi che dalle nostre parti nemmeno una cittadina ben più grande possiede.

Dibattito continuo

Per rispondere a tutte le necessità e le richieste di discussione l’Incontro si è articolato con dibattiti a ciclo continuo in ognuno degli spazi, cosicchè si era davanti ad un accavallamento che imponeva ad ognuno dei partecipanti di dover selezionare a cosa assistere, tra i circa 90 appuntamenti prefissati e svoltisi tutti con una precisione… svizzera. Alcuni di questi erano delle vere e proprie maratone, come le tavole rotonde, e quella Anarcha-femminista in particolare, sviluppatasi per tutti i giorni, e dal secondo, in maniera separata dai compagni maschi, suscitando svariate reazioni critiche, anche da parte di molte compagne, ma che comunque si è legittimamente svolta mantenendo un tono polemico con certe contraddizioni patriarcali e maschiliste presenti – a loro avviso – nel nostro movimento.

Chi scrive può, per questi motivi, accennare al Meeting di apertura, che ha visto intervenire compagni delle delegazioni presenti, e nel quale ha svolto un intervento portando il saluto della Federazione Anarchica Siciliana e di Sicilia libertaria, e accennando alla lotta contro il MUOS in atto in Sicilia. Meeting nel quale sono intervenuti i giovanissimi compagni cileni, peruani, boliviani, che hanno parlato della repressione nel loro paese, o le varie delegazioni europee, ma anche diversi “cani sciolti”, auspicando tutti che lo “spirito di Saint-Imier” dia slancio ad un movimento anarchico in forte fase di rinnovamento generazionale e di adeguamento delle proprie tradizionali metodologie e strategie alla situazione attuale.

Interessante le discussioni aperte dai compagni inglesi su “Né insurrezionalisti nè riformisti: anarchici!” o l’altra sulla situazione dello Zimbawe e le prospettive anarchiche; la tavola rotonda sui nuovi territori dell’anarchismo, il dibattito sulla decrescita libertaria, animato da compagni della Federazione Anarchica Francese, i vari incontri dedicati alla crisi economica e alle risposte libertarie, l’affollatissima assemblea dedicata alla Grecia, l’incontro dei centri sociali, il dibattito sugli anarchici nei movimenti sociali spontanei (per noi Maria Matteo), la tavola rotonda sulle alternative anarchiche in atto (per noi Domenico Liguori), la presentazione del secondo volume delle opere complete di Errico Malatesta, che ci riguardava da vicino essendo coeditori come la Fiaccola con Zero in Condotta, la discussione sulla pedagogia libertaria, con Francesco Codello, il Meeting conclusivo, che ha deciso di non adottare nessuna dichiarazione finale, limitandosi a riportare le conclusioni delle varie assise svoltesi (Anarcha-femministe, abbastanza incazzate, IFA, Anarkismo, ecc.) e ad ascoltare i commenti dei vari presenti, benché non tutti si sono rapportati allo scopo dell’incontro, alcuni limitandosi a considerazioni personali su aspetti esistenziali e individuali… ma era l’assemblea finale e chi voleva poteva esprimersi.

C’è da dire che a lato degli incontri programmati, se ne sono svolti tantissimi organizzati spontaneamente dai presenti; ce n’erano praticamente in ogni giardinetto, piazzetta, scalinata, e le pareti dei locali dell’incontro erano tappezzati di avvisi e messaggi in varie lingue gran parte dei quali per dar vita a queste riunioni.

Incontri tutti affollati, dai più modesti, con 50/60 persone, a quelli con varie centinaia di partecipanti.

Il congresso dell’IFA si è svolto a porte chiuse, riservato solo agli aderenti, e si è aperto al pubblico solo la sera per alcune conferenze, come “Geografia e anarchia: lotte urbani, rurali, comunalismo e federalismo”, oppure “Analisi della situazione economica, politica e sociale”.

Altro, altro e altro ancora

Il Salone del Libro è stato per tutto il tempo l’altra grande agorà in cui ci si incontrava, scambiava materiale, acquistava libri, riviste, ma anche gadgets di ogni tipo; un grande tavolo era per le pubblicazioni gratuite. Davanti alla Patinoire, una tenda era il cinema dell’Incontro: oltre 50 proiezioni, alcune corte altre “normali”, una serie a tema: Utopia, Rivoluzione Spagnola, Militanti Anarchici/che, Sessualità, Potere e Autorità. Due grandi cucine popolari hanno sfornato pasti vegetariani e bio ad un minimo di 8 euro al giorno (colazione, pranzo e cena) per migliaia di compagni; sorpresi gli organizzatori per il gran numero di volontari che ha reso questo compito non solo una passeggiata, ma anche un ulteriore momento di socializzazione internazionale, rimarcato nel corso del Meeting di chiusura dai compagni cucinieri. Dopo il Meeting finale, gran pasto fra anarchici e popolazione nell’immenso spazio della Patinoire.

Anche il gruppo dei traduttori, purtroppo disponibili solo per alcune iniziative, ha lavorato alacremente per rendere al meglio una situazione che era difficile da gestire: lingue prevalenti il francese, l’inglese, il tedesco, lo spagnolo e… l’italiano.

26 concerti hanno allietato le serate, assieme a fiumi di buona birra. Con un abbonamento di 40 euro (precari 28) era possibile assistere a tutti gli spettacoli. I prezzi, giudicati un po’ alti, erano giustificati dalla necessità di coprire le ingenti spese organizzative. Posso solo dire che l’inaugurazione musicale è stata del nostro Alessio Lega, che ha dato il meglio di sé assieme ai suoi due bravi musicisti. Ogni genere musicale è stato presente nelle serata successive.

In tutti gli spazi era possibile, inoltre un collegamento internet WIFI con la password “anarcho-net”; è stato messo in piedi anche uno spazio bambini e un servizio di infermeria; per chi ha scelto il campeggio, un camping a prezzo politico, compresa la funicolare per raggiungerlo, era situato appena fuori il paese.

Divisi dalla lingua, uniti dall’anarchia

Per chi era a digiuno di lingue, certamente le conferenze, e ancor di più i dibattiti, sono stati una sofferenza; oltre ai traduttori “ufficiali”, con cabina e centinaia di cuffie a disposizione del pubblico, si creavano gruppi linguistici con traduttori occasionali; insomma, alla fine, in parte, certe difficoltà sono state superate. Nei gruppetti informali ai tavoli dei bar improvvisati, nelle mense, in giro per il paese, prevaleva, oltre al francese, all’inglese e allo spagnolo, l’arte di arrangiarsi che ha reso più semplici i rapporti. Molti stavano all’interno del loro gruppo linguistico, ma le occasioni per uscirsene non mancavano, erano cercate apposta, anche se non era semplice data la grande partecipazione spontanea e la non conoscenza reciproca tra molti compagni. Un po’ più organizzati in questo senso i settori dell’IFA e di Anarkismo, che non sono sfuggiti alle difficoltà di tutti.

E sia all’inizio che alla fine dell’incontro, i compagni esperantisti hanno insistito sulla necessità che il movimento anarchico si dedichi di più allo studio e all’utilizzo della lingua Esperanto, per superare gli evidenti ostacoli, risparmiare tempo e denaro. Sono stati accolti da un applauso, ma non so chi ascolterà poi sul serio il loro invito.

Conclusioni

In attesa che altri compagni presenti a Saint-Imier scrivano la loro su quest’esperienza, fornendo magari i necessari approfondimenti che questo già lungo report non poteva fornire, mi limito a concludere che l’Incontro ha risposto a tutte le aspettative che avevamo riposto in esso: non è stata una noiosa riproposizione di eventi storici lontani, ma una energica e viva riproposizione delle idee forza dell’anarchismo, partite da Saint-Imier 140 anni fa e approdate nel XXI secolo con la freschezza di chi sa di avere avuto ragione ieri e di averne ancora tanta oggi. L’Anarchismo, infatti, non solo è vivo e presente, ma le sue idee fondamentali (autogestione, assemblearismo, antigerarchismo, azione diretta) fanno parte integrante di movimenti popolari e di base sparsi in tutto il mondo, che pur non richiamandosi ad esso, ne hanno adottato i metodi (dagli Indignados ai vari Occupy, dalla Valle Susa ai movimenti indigeni, agli squatters, ai sindacati di base e libertari, alle scuole antiautoritarie e alternative, alle comuni, ai gruppi di acquisto, ecc.).

La scommessa partita da Saint-Imier nel 1872 è stata vinta. Sono stati 140 anni di sconfitte che hanno disegnato tuttavia la vittoria morale e politica dell’anarchismo, oggi più che mai alternativa concreta allo statalismo e al capitalismo.

Saint-Imier: Incontro Internazionale dell’Anarchismo (8-12 agosto 2012)

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