Per un natale nero

La crisi economica e finanziaria voluta dai padroni non accenna a ritirarsi e le politiche governative di austerità rappresentano ancora una volta la spada di Damocle sulla testa degli oppressi. Povertà in aumento, sempre più persone senza lavoro e senza casa, repressione sempre più forte nei confronti di chi lotta contro ciò che ogni giorno ci annulla come uomini; animali non-umani brutalmente uccisi per essere mangiati e indossati, terra devastata in nome del profitto ad ogni costo e della crescita sfrenata, guerre, discriminazione e violenze d’ogni sorta…
Eppure tutti verso la fine dell’anno diventano più buoni. Così insegna il catechismo della riconciliazione consumistica: a natale tutti a consumare, tutti nei negozi, con la frenesia, la pelosa carità nel cuore e la tredicesima nel portafoglio.
Noi non ci stiamo: non vogliamo essere più buoni, non vogliamo stare tranquilli, nella “tregua” natalizia che riconcilia temporaneamente sfruttati e sfruttatori, sotto il segno di una festa religiosa e consumistica. Vogliamo tenere gli occhi ben aperti, riconoscendo e combattendo senza soluzione di continuità l’autorità e i suoi soprusi quotidiani. Finchè questa società infame continuerà ad esistere, non potrà che esserci conflitto tra sfruttati e sfruttatori, tra lo Stato e gli amanti appassionati della libertà.
Buon natale un cazzo!

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